Visionario, geniale, brillante: così veniva descritto appena qualche mese fa – dopo la sua scomparsa – il celebre Steve Jobs, fondatore di Apple e inventore di “gadget” tecnologici quali l’iPhone e l’iPad. Eppure un dossier divulgato oggi dall’FBI lo ritrae in maniera completamente diversa: opinioni controverse e destinate a sollevare tantissime polemiche.
L’FBI ha tenuto traccia per circa trent’anni delle attività di Jobs, raccogliendo testimonianze, descrizioni più o meno accurate, e registrando eventi che lo riguardassero. Si scopre quindi che nel 1985 qualcuno ha pianificato un attentato (mai messo in atto) contro di lui; ancora, George H. W. Bush (padre dell’ex Presidente degli Stati Uniti e anch’esso ex Presidente a sua volta) lo prese in considerazione per una nomina nel suo secondo mandato, ma nel 1992 perse le elezioni a favore di Bill Clinton.
Piccoli particolari di una personalità salita alla ribalta delle cronache e molto amata dall’opinione pubblica. Ma descritta in maniera molto contrastante da chi lo ha conosciuto veramente: “Steve era inaffidabile, distorceva la realtà a proprio piacimento a seconda degli obiettivi da raggiungere”.
Queste sono alcune delle dichiarazioni che spuntano nelle carte dell’FBI, oltre 200 pagine ora disponibili sul web. E c’è di peggio. Tra i documenti relativi alle sue cause legali contro Apple e contro società concorrenti, risulta che Jobs fosse “disonesto” e “molto tirchio, soprattutto con i propri familiari”, capace persino di licenziare i propri dipendenti in tronco e senza particolari motivazioni.
Non tutti i pareri sono comunque negativi: molti lo definiscono “talentuoso”, e si scopre addirittura che in gioventù fece uso di droghe (qualcuno rivela che forse ha continuato a farne uso). Dubbi persino sulla sua integrità morale, ma lo scandalo peggiore fu Lisa, la figlia avuta da una relazione extraconiugale (Jobs non mantenne né lei né la madre). Un dossier in grado di distruggere la sua figura quasi trascendentale, dunque, ma ritenuto da molti anche una vera e propria vendetta della Federal Bureau, i cui rapporti col visionario – si sa – non erano proprio idilliaci.
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